Il giorno mercoledì 28 novembre 2018 dalle ore 9:05 alle 10:55 io, i miei compagni e altre tre classi dell’istituto IISS Carlo Emilio Gadda ci siamo recati in aula magna per assistere ad un incontro sulla violenza contro le donne, in occasione del giorno 25 novembre, “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne“. Si è presentata a noi una donna, pilastro portante di uno dei più importanti centri che accolgono le donne vittime di violenza, le incoraggiano e le aiutano ad essere determinante. Questa donna non fa questo per pena o solidarietà, bensì lo fa perché dentro di sé sente di dover fare qualcosa per cambiare questa situazione. Quest’idea le è stata trasmessa dalla madre, una donna di carattere che ha sempre lottato per i suoi diritti. Noi adolescenti non ci rendiamo conto di questo fatto ed è per questo che la donna di cui ho precedentemente parlato ha proiettato un video molto significativo. Il video raffigura due figure, una maschile e una femminile, che stanno vivendo la nascita della loro relazione ad appena 16 anni, a quell’età i ragazzi sono spensierati ed ingenui, ma con il passare degli anni il loro rapporto cominciò a cambiare e a non somigliare a ciò che la ragazza si era immaginata. Ma dopo il matrimonio la figura maschile, ormai uomo, comincia a diventare sempre più geloso e addirittura violento. La donna deve rispettare le condizioni del marito, altrimenti le spetta un forte schiaffo sul viso. Queste condizioni sono assurde, l’uomo non vuole che la sua compagna lavori, non vuole che si trucchi, non vuole che esca e non vuole che si metta in tiro, anche se lo fa per lui. alla fine del video la donna ha descritto il giorno in cui scappò da quella persona malvagia e con fierezza dice che quel giorno ha fatto bene ad andarsene. La donna nel filmato non è vittima di violenze e tanto meno l’uomo fa violenza, quello che abbiamo visto è un monologo. Un silenzio quasi assordante ha invaso l’aula, ci sono volti di ragazze sc oncertate ed altre emozionate davanti a queste immagini, mentre i volti dei ragazzi abbassati quasi come se si sentissero in colpa di far parte di una società in cui persone del loro stesso sesso siano capaci di far del male a una ragazza o donna che sia. Infine hanno lasciato la parola a noi e ai nostri pensieri e sono uscite parole davvero importanti come possessione, gelosia, rispetto… Sono parole che dovrebbero far riflettere tutti e spero che con questo incontro i miei coetanei abbiano riflettuto Gaia Cerizza
Comments
No comments yet. Be the first to react!