Qualcosa su Nizza

Mi piace talora ricordare Nizza nel seguente modo. Che per andare a Grasse nel settembre del 1955 abbiamo per forza di cose fatto tappa nel capoluogo del dipartimento delle Alpi-Marittime. Che non posso non associare la mia prima visita a Nizza Vecchia all'assaggio nella vicina Piazza Garibaldi della caratteristica farinata locale, la socca. Che nelle tante scorribande, di cui dovrei dire a parte, di sabato pomeriggio del 1966 e del 1967 in Costa Azzurra con G., orgoglioso della sua nuova automobile e della sua passione per le canzoni di Jimi Hendrix, i cui dischi nei viaggi mi faceva ascoltare a manetta non so più con quale mezzo, non ci siamo mai fermati a Nizza. Che qualche anno fa mi è stato confermato che, in occasione di quella gita sociale a Grasse (di nuovo!) del 1970, con il bus ci eravamo fermati anche vicino al vecchio Mercato dei Fiori di Nizza, che, quindi, era ancora là, proprio quello dove Cary Grant in una scena memorabile di "Caccia al ladro" cade su di una profusione di vegetali dai tanti colori. Che nella campagna elettorale per la difesa della legge sul divorzio, condotta tra gli italiani della Costa Azzurra, avevo imparato a conoscere tanti nomi di zone di Nizza, talora molto caratteristici, come Magnan, Terron, La Madonnette. Che anni dopo ancora, recandomi spesso a Nizza per motivi professionali diversi da quelli della mia gioventù, dalle finestre di un ufficio, che per breve tempo potei considerare anche mio, contemplavo attento gli edifici più caratteristici di Nizza Vecchia, mentre spesso avevo appena parcheggiato spesso accanto allo spazio dello scomparso Mercato dei Fiori. Che anche in queste appena citate occasioni avevo fatto tante nuove conoscenze, di italiani e non, tutte giocoforza perse. Che mi rammento ancora con quale voce suadente ed emozionata E., un altro amico purtroppo già scomparso, da me sollecitato a parlarmi di Nizza - e mi parlò di tante cose -, mi intonasse le prime strofe di "Nissa la Bella" o, forse, più correttamente "Niça la bèla"...