Qualcosa sulla Slovenia

Sarebbe stato meglio che io avessi avuto per tempo la curiosità di saperne di più sui posti dove erano nati i nonni materni (media valle dell'Isonzo, poco a nord di Gorizia).

Affiorano alla mia memoria i racconti di mia nonna materna che, ancora bambina, insieme a quello che rimaneva in quel momento della sua famiglia venne costretta dalle truppe italiane a rimanere a ridosso di quel fronte, al di sotto della Bainsizza, teatro, come tutta la linea, di reiterati, inumani assalti alla baionetta. Ho capito già da piccolo che la guerra è una cosa atroce mercé il vivo racconto di mia nonna, ma mi rimane il rimpianto di non avere saputo, da adulto, approfondire con lei il discorso, cui non ha poi sopperito l'ampia lettura di resoconti bellici, che in genere poco rendono della dimensione umana degli eventi. Fu di rilievo anche in Slovenia la guerra partigiana, che mi fa pensare alla bisnonna (suocera della nonna), staffetta partigiana di Tito, ed ai nipoti della nonna, che la lotta di liberazione l'avevano abbracciata in Friuli.

Dovrei sottolineare la persecuzione degli sloveni, condotta dal regime fascista, particolarmente spietata agli inizi della seconda guerra mondiale (campi di concentramento dove vennero reclusi tra ogni genere di stenti bambini, donne e anziani, persecuzione di cui in famiglia (forse per la lontananza dagli eventi, essendo all'epoca ormai da anni i nonni residenti in riviera) non si é mai parlato. Si é fatto in tempo a parlare, invece, di certe nefandezze del regime di Tito, in particolare con la voce di lontani cugini ormai stabiliti nei dintorni della Gorizia italiana.

Forse in funzione di questi ricordi e di altri analoghi, derivanti (come per tante altre persone, io credo) da altri rami familiari, mi sento - spero in modo degno - cittadino del mondo e testimone dei tempi che corrono.

Nella fotografia, una vista di Želinje (villaggio natale di mio nonno materno Kristjan Zelinšcek - italianizzato poi in Cristiano Zelini), di Ukanje, frazione di Kanal ob Soči (Canale di Isonzo), Slovenia (autore dell'immagine, il cugino Borut Dolzan)