La Seconda Morte

Lectio del Gran Maestro Frater SRH per la prima Luna Nera d'Estate 2021

Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.

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Lodato sii, mio Signore, per nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun uomo che viva può scappare: guai a quelli che morranno in peccato mortale; beati quelli che troverà nelle tue santissime volontà; che la seconda morte non gli farà male.

Tratto da.: CANTICO DELLE CREATURE di Francesco d'Assisi



Con questa frase del Cantico di Francesco, chi vi parla ha deciso di iniziare la Lectio Magistralis di questa Luna Nera d'Estate.

Come ormai avete compreso, nel percorso della nostra Confraternita ad ogni Luna Nera, successiva gli Equinozzi e i Solstizzi, è d'uopo trasmettere un insegnamento da parte del Gran Maestro.

Per questa ricorrenza la scelta è caduta, considerando anche il particolare momento che stiamo vivendo, sui versetti che trattano della Seconda Morte presenti nel Cantico delle Creature.

E' comprensibile l'eventuale dubbio che una scelta come questa può suscitare in ognuno di voi, adepti de La Via di Lilith. La domanda: "cosa centra il Cantico di Francesco con la nostra via iniziatica?", è più che legittima. Per questo permettete, a chi vi sta parlando, di portare la vostra attenzione sulle parole: "che la seconda morte non gli farà male".

Pensateci bene, come mai un santo cattolico romano, quindi un uomo che ha in sé la dottrina della chiesa di Roma, precisa che si deve avere paura di una seconda morte? Non è strano che proprio lui, Francesco, vada a scardinare un dogma romano, quello della morte? Quanti di voi, nella vostra esperienza di frequentatori di una funzione cattolica, hanno sentito parlare di una seconda morte?

Ecco, queste domande dovrebbero avervi fatto intendere che in quei versi ci sta molto di più di una semplice poesia scritta da uno dei tanti ferventi cattolici medioevali. Il punto è che in quei versi ci sta il segreto dell'esistenza sulla terra e del perché oggi stia succedendo quanto sta accadendo nel Mondo.

Per spiegar quei versetti, dobbiamo ora parlare di Eliphas Lévi, il più famoso occultista e studioso di esoterismo dell'Ottocento. Una sua frase recita:

Quattro cose sono degne di considerazione nell'Uomo: la Carne, l'Ombra, i Mani e lo Spirito. Ed ognuna vuol occupare il proprio posto: la Carne è ricoperta dalla terra, l'Ombra aleggia attorno alla tomba, i Mani appartengono all'oltre tomba e lo Spirito vola verso il Cielo.

Prima di continuare, una breve spiegazione di cosa sono i Mani. Essi, nella religione romana (in latino: Dii Manes, lett. "dei benevolenti"), erano le anime dei defunti. Esse talvolta venivano identificate con le divinità dell'oltretomba. Agostino di Ippona nella sua opera La città di Dio, in cui cita Apuleio, riporta che sono le anime dei defunti di incerta collocazione:

«[Apuleio] afferma inoltre che anche l'anima umana è un demone e che gli uomini divengono Lari se hanno fatto del bene, fantasmi o spettri se hanno fatto del male e che sono considerati dèi Mani se è incerta la loro qualificazione.»

Erano oggetto di devozione sia in ambito familiare che cittadino.

Fatto questo piccolo excursus sul significato del termine Mani, continuiamo analizzato la frase di Lévi, perché è la chiave di lettura dei versetti di Francesco.

Eliphas ci dice che sono quattro le cose che l'Uomo ha di interessante:

  • Il suo Corpo fisico, cioè quel corpo composto dai quattro elementi, che nel mondo esoterico sono acqua, aria, terra e fuoco.
  • La sua Ombra, cioè il Copro Eterico, quell'energia che ci circonda. In molti casi chiamata anche Aurea.
  • Il suo Mani, cioè il Corpo Astrale, definito anche Mediatore e, più in generale, Anima che, come ricorda Agostino, finché non riesce a incanalarsi, cioè finché non viene giudicata, resta in sospeso.
  • Infine il suo Spirito, cioè il Corpo Causale, quel principio primo in contatto con la Scintilla Divina. Qui c'è poco da aggiungere, perché questo è il livello in connessione diretta con i Mondi Sottili, con l'Uno.

Tuttavia, di questi quattro elementi, noi ci soffermeremo, per comprendere a pieno l'affermazione del Frate d'Assisi, sul terzo: i Mani.

Ora è d'obbligo fare una precisazione. Le varie tradizioni hanno diversi modi per definire quanto stiamo per dire, ma a noi interessano i concetti più che la forma accademica, per cui chi vi sta parlando si scusa da subito se il proseguo del discorso prediligerà la sostanza alla forma della conoscenza intellettiva. Non a caso la nostra amata Regina Immortalis Lilith ci sta esortando ad abbandonare il livello di Binah, per sforzarci di accedere a Chokmâh.

Il Mani, o Corpo Astrale, o Mediatore, o più genericamente Anima, è il principio che permette l'alimentazione dell'Essere Umano. Lo possiamo descrivere come il "cordone ombelicale" che, attraverso l'unione con la "placenta" (cioè lo Spirito), acquisisce dalla "madre" (cioè la Scintilla Divina) la sostanza universale utile alla Vita. Questa è, ad avviso di chi vi parla, la metafora più adatta per comprendere il Mediatore.

Ricordate sempre il detto di Ermete Trismegisto: "come in alto, così in basso"; ad indicare che le analogie tra l'infinito e il finito sono molto più attinenti di quanto si immagini. Pensare al Mediatore come al cordone ombelicale è davvero utile per comprenderlo. Come il cordone tiene in vita il feto, così fa il Mediatore. Come quando il cordone subisce danni, si sposta subendo lacerazioni, o si stacca completamente dalla placenta, genera danni all'evoluzione del feto, fino a farlo morire nell'utero, la stessa cosa accade con il Mediatore. Se questo si riduce, si allontana o si stacca, provoca nell'Uomo lo stesso risultato di quanto descritto poc'anzi: mancanza di sviluppo spirituale, fino alla morte dell'individuo stesso.

In questi termini, il Mediatore è si importante, ma non sembra centrare molto con il discorso di Frate Francesco sulla seconda morte. Sembra un qualcosa più legato allo sviluppo dell'individuo, che a qualcosa legato all'"oltre tomba". Quindi, sì lo si può reputare importante, ma non determinate per qualcosa di più grande, di più evolutivo, tipo la "Vita Eterna".

Qui si annida un ragionamento fallace. Se prendiamo le icone classiche, sia quelle cristiane, che quelle egizie, troviamo sempre una cosa: una bilancia. Nel mondo cristiano c'è l'Arcangelo Michele che nella mano sinistra ha una bilancia, nella destra un spada puntata verso un "demone" (vi ricordate coda dice Agostino dei Mani?), sotto i piedi dell'arcangelo il fuoco della Gehenna, sopra la luce paradisiaca e ha lo sguardo puntato dritto negli occhi del demone, con la bilancia in fase di pesatura. La società egizia è addirittura più specifica. Infatti in essa troviamo la Psicostasia, con cui si indica la cerimonia dell'antica religione egizia a cui, secondo il Libro dei Morti nel capitolo 125, veniva sottoposto il defunto prima di poter accedere all'aldilà. Più usualmente, la psicostasia è nota come "pesatura del cuore", o "pesatura dell'anima".

Se approfondissimo, noteremmo che tutte le tradizioni parlano di questa fase del processo che riguarda la morte. Un iter che prevede come prima fase la morte fisica e una seconda fase riguardante la pesatura di un qualcosa di "non fisico", di un qualcosa rimasto dopo la fine del corpo materiale. Pesatura che viene eseguita da un Guardiano attraverso l'uso della bilancia di "Giustizia Cosmica". E se questa cosa "non fisica" è corrotta? E se questa cosa "non fisica" manca? Cosa succede?

Cominciate a capire che non è solo un "cordone ombelicale" che alimenta la Vita nella Materia? State intuendo la sua importanza per un qualcosa che è oltre la morte corporale? Quindi, che cos'è questo Mediatore, oltre ad essere un "cordone" che porta cibo dall'Uno alla Vita qui presente? Lo si può definire come quel quantitativo di qualcosa (poi lo capiremo meglio) che, messo sulla bilancia di Giustizia Cosmica, darà modo al Guardino di verificare se l'Anima possa procedere verso la ricongiunzione con lo Spirito, oppure no. Esattamente come esposto nella citazione di Agostino d'Ippona, vista quando abbiamo parlato dei Mani: [...] che gli uomini divengono Lari se hanno fatto del bene, fantasmi o spettri se hanno fatto del male [...].

Ovviamente questo racconto è molto semplicistico. La storia è un po' più complessa, perché questo Mediatore non solo deve essere pesato, quindi giudicato dal Guardiano, ma se supera la pesatura, deve anche attraversare (secondo la tradizione cabalistica) sia il Velo del Tempio.: Patroketh, sia Marih, cioè il Velo dell'Abisso o Mare Denso, ricongiungendosi alla Scintilla Divina rappresentata dallo Spirito a suo tempo volato in cielo. Per i cristiani questa fase è detta purgatorio, in cui le anime devono purificarsi. Ma come più volte ribadito, i tecnicismi li soprassediamo.

Ciò che a noi interessa è la pesatura, perché è questa che riguarda quanto stiamo analizzando in questa lectio. Prima di proseguire, cerchiamo di capire meglio i passaggi.

Il processo descritto da Eliphas Lévi è che quando si muore, lo Spirito vola in cielo, non attende nulla. Esso ritorna nei piani dell'Uno. Ma questa quarta parte dell'Uomo non ha con se i "ricordi", perché essa non è in connessione diretta con l'esperienza dell'individuo. Chi possiede i "ricordi" (da non intendersi nell'accezione popolare del termine) è il Mediatore, che accumula o perde "energia esperienziale" in base alle azioni quotidiane. Quindi lo Spirito, staccatosi dopo la morte e riunitosi alla Scintilla, attende che il Mediatore sopraggiunga per portare l'esperienza acquisita nella Vita all'Uno. Se questo Mediatore non arriva perché non supere la pesata, cosa succede?

Senza l'"energia esperienziale" accumulata dal Mediatore, lo Spirito, materializzatosi nell'individuo per crescere nella consapevolezza, non può ricongiungersi pienamente alla Scintilla. In termini cabalistici, non può procedere alla ricostruzione dell'Adam Qadmon (אדם קדמון), cioè l'Uomo Originario, l'Uomo pienamente realizzato secondo il volere dell'Uno.

Chi vi parla si augura che quanto finora detto sia chiaro. Il Mediatore, quindi, come detto in precedenza, è quella parte dell'Uomo che ha il borsello contenete la "moneta di scambio" da posare nel suo piatto della bilancia, per poter ottenere la possibilità di superare il Guardiano e così raggiungere lo Spirito. Più moneta si ha nel borsello, più è facile passare!

Senza questa riserva di "cash", il piatto della bilancia dell'Oppositore (in ebraico Satan -> שָׂטָן) vincerà, provocando che il Guardiano donerà quel poco di Mediatore presentatosi in pasto all'Oppositore (che ne è ghiotto! e poi lo approfondiremo); annullando, di fatto, la possibilità di ricongiunzione dell'Anima con lo Spirito e così bloccando l'evoluzione spirituale di quel coccio di Scintilla Divina.

Ora, dopo quanto sentito finora, potreste provare una sensazione di indifferenza. Potreste pensare che cosa centra tutto questo con voi. Potreste pensare che siccome lo Spirito comunque sale, dove sia il problema di non superare il Guardiano.

Una reazione in questi termini è già segno (potete credere o no a quanto state per ascoltare) che il vostro Mediatore si è già ridotto o allontanato (o addirittura staccato); perché l'effetto di questa azione (riduzione, allontanamento o perdita) è quello di rendere il Corpo Fisico, quindi la Materia, dominante sullo Spirito, perdendo così la connessione con la Scintilla Divina, che è solo Spirito. Ciò provoca l'insorgere di posizioni tipicamente materialistiche, tipo: se non vedo non credo; reputo reale solo ciò che posso percepire con i miei sensi, ecc., escludendo categoricamente un approccio spirituale alla realtà, che è il sostrato esistenziale dell'Uno.

Ma per chi si rende conto che siamo qui come emanazione dell'Uno e che, quindi, abbiamo un'evoluzione spirituale da compiere, perdere il proprio Mediatore è un qualcosa di molto devastante! Significa non poter portare a termine la propria missione e, pertanto, non godere appieno dell'esperienza di tornare all'"Uomo Originale", quell'Uomo di cui parla anche il Nazzareno nei suoi insegnamenti: "Il Figlio dell'Uomo!".

Non a caso il Rabbino, appena menzionato, si permette di dire:

Matteo 10,28
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Gehenna.

Queste parole avvallano quanto detto poc'anzi da chi vi sta parlando: perdere il Mediatore significa finire nella Gehenna. E' vero che il Nazzareno, qui, sta mettendo in guardia da chi può farlo perire (poi vedremo perché lo dice). Il punto qui è che sta ricordando agli ascoltatori che quel Mediatore (l'Anima) può perire e se perisce non c'è accesso al "Regno dei Cieli". Sostanzialmente sta dicendo che se un individuo perde il Mediatore (come detto, tra poco tratteremo questo aspetto) non ha nessun futuro. Stessi concetti che avete sentito poc'anzi dalla bocca del sottoscritto.

Questa è la Seconda Morte! Quella che non da più possibilità di avere un futuro. La morte del corpo fisico non è un problema se il Mediatore dell'individuo ha il borsellino pieno, ma se esso si presenta alla pesata "povero", o addirittura non si presenta perché è stato perso, sopraggiunge inesorabile la Seconda Morte a mettere fine a tutto e, per chi si trova in questa situazione, ci sarà solo la Gehenna!

Capito cos'è la Seconda Morte? L'impossibilità di accedere all'evoluzione Spirituale, per chi ha un approccio Cattolico Romano alla tradizione, al Purgatorio e successivamente al Paradiso.

Detto ciò, è ora di affrontare le domande che, molto probabilmente, vi stanno frullando da un po' in testa e, di conseguenza, chiudere i punti rimandati in precedenza nel discorso: sto Mediatore lo abbiamo tutti? Come lo si rafforza, come lo si perde? Ce lo possono rubare/uccidere, visto che Gesù dice di temere colui che ha il potere di far perire l'anima?

Per rispondere a queste domande ci rifacciamo a chi ci ha insegnato in occidente come funzionano queste cose. Nello specifico prendiamo come brano d'insegnamento la pericope dei talenti, che è il brano che meglio spiega il funzionamento del "Regno dei Cieli":

Matteo 25,14-30
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: «Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque». «Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone». Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: «Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due». «Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone». Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: «Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo». Il padrone gli rispose: «Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti».

In questa parabola è veramente spiegato tutto e ora la analizziamo. Se prestate attenzione all'analisi, capirete i motivi che portarono i contemporanei del Rabbino di Nazareth a volerlo fare fuori, perché rendeva essoterico ciò che era esoterico (quindi di conoscenza solo degli iniziati).

Come possiamo leggere, tutti - chi più chi meno - abbiamo il cash: i talenti; che non vanno intesi come qualità, ma proprio come moneta. Infatti Gesù, qui, si riferisce al talento ebraico, una misura monetaria a lui contemporanea. E non è casuale la scelta di questo dettaglio, perché cosa serve per fare esperienza nella vita quotidiana? Il denaro! Ricordate cosa abbiamo detto prima a riguardo di Ermete? Come in alto, così in basso! Quindi anche l'Universo usa uno strumento adeguato alla realtà materiale. Essendo il Mediatore, come abbiamo analizzato prima, un accumulatore di esperienze di vita, viene in questa nostra dimensione con del denaro, che potremmo identificare come delle opportunità di vita, utile al suo cammino evolutivo.

Moneta / opportunità che, come si può intendere da una lettura attenta della parabola, è possibile far fruttare, oppure perdere completamente. Cosa fa perdere questo denaro? La paura!

La paura blocca l'aumento del cash, dello sviluppo di opportunità di vita, da usare per la pesatura e quindi... il racconto è chiaro: E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Lo si può leggere anche con le parole usate dal Poverello d'Assisi: "guai a quelli che morranno in peccato mortale; beati quelli che troverà nelle tue santissime volontà. Più chiaro di così non si può! Se si capisce questo passo: come la paura sia il vero "peccato mortale", perché blocca l'individuo dal fare esperienze di vita che sono la moneta di scambio alla pesatura; è comprensibile anche come aumentare/perdere il proprio Mediatore. All'aumentare della paura di vivere, aumenta il rischio della riduzione, distacco, fino alla perdita. All'aumentare del coraggio di vivere, il tutto diminuisce in maniera esponenziale. Il tema importate è che quando il Mediatore è perso, è perso! Non c'è modalità di recupero. Finisce la possibilità di sperimentare la rinascita (una vita in un'altra dimensione, esempio il Paradiso), o la reincarnazione, o la metempsicosi. Si interrompe il ciclo! Per questo il Figlio del Falegname si è permesso di ricordare ai suoi uditori che chi vuole salvare la propria vita, la perderà (perché questo desiderio è dettato dalla paura della morte); mentre chi non avrà paura di perderla, l'acquisirà pienamente.

La cosa carina è che la saggezza popolare sa queste cose! Quando si dice di non far prendere brutti spaventi ai bambini, perché altrimenti rischiano di perdere l'angelo custode, è proprio questo fenomeno! Una paura intensa, tipo un trauma depressivo molto forte, può arrivare a causare l'allontanamento o, addirittura, la perdita del Mediatore, portando alla morte del soggetto.


Una nota tecnica.: quando il Mediatore è perso (per qualsiasi motivo) entro tre anni si muore! Può un feto vivere senza il cordone ombelicale attaccato alla placenta?


Per allinearci sul discorso. Quanto detto finora è in risposta al secondo quesito: il Mediatore come lo si può rafforzare, come lo si può perde? La risposta fin qui data potrebbe far sorgere in voi la classica obiezione: ma io non ho nulla! A me non ha dato nulla!

Queste obiezioni sono figlie della cultura catto-ebraica. Chi legge questa pericope pensa subito ai talenti nel senso di abilità, capacità, qualità morali-spirituali-fisiche. Il punto è che in questa "storiella" il Rabbino evita appositamente di nominare delle qualità di qualsiasi natura, usando appunto la moneta (lo si ripete: il talento ebraico) e abbiamo anche cominciato a comprendere il perché. L'"Universo" distribuisce "credito energetico" e ciò che gli interessa è valutare quanto siamo stati bravi a farlo rendere. Come? Pesando le esperienze fatte nella Vita!

E' comprensibile lo scetticismo che sta aleggiando in voi, il quale ha un'origine ben precisa, se lo indagate: l'"orgoglio" di credere di conoscere cosa pensa l'"Universo"! La "presunzione" di pensare che l'"Universo" segue la morale e il pudore dettati dagli Uomini per gli Uomini.

Se rileggete questi versetti, noterete che il Padrone non chiede ai servi come hanno fatto a far fruttare i talenti. Nessun tipo di giudizio morale/etico è presente. C'è solo una verifica del risultato e nient'altro. Strano e molto se pensiamo a chi ha raccontato questa parabola: Gesù!

Facciamo un esempio, estremizzando i concetti per capirci. Per fare ciò, chi vi parla ha deciso di prendere come riferimento il sesso, perché è quello che genera, negli individui, maggiori remore. Prendiamo una donna che ha un certo punto della sua vita le venga posto dinnanzi la possibilità di sperimentare una relazione parallela a quella che ha, o più relazioni contemporaneamente. Mettiamo che l'Universo crea ripetutamente le condizioni perché questa donna possa vivere pienamente questa/e relazione/i extra. Se questa donna, per paura di qualsiasi cosa, rifiuta - anche solo parzialmente - di fare esperienza di quanto le è proposto, quando il suo Mediatore andrà alla pesata in quale dei tre servi esso verrà posizionato? Con i primi due che, con coraggio, hanno fatto fruttare le esperienze, oppure insieme al terzo, che è stato gettato nel pianto e stordire di denti?

E' comprensibile la difficoltà psicologica che genera questo cambio di prospettiva, perché notoriamente abbiamo tutti più o meno idea di come il Guardiano potrebbe giudicare. Crediamo di sapere cosa è giusto e cosa non lo è. Ma la bilancia è di natura Divina e credere di sapere come peserà è un pochetto presuntuoso, non trovate? Ecco perché anche il Nazzareno evita accuratamente di menzionare qualcosa che sia moralmente riconducibile, perché neanche lui sa cosa può essere definito giusto o cosa sbagliato per i soggetti sottoposti al resoconto, ma si concentra su quello che sicuramente sa che servirà per accedere all'abbondanza: il risultato, quello che chiamiamo evoluzione Spirituale, che si ottiene dalle esperienze di vita. Ed ognuno ha le sue, decise dall'Uno, a prescindere dalla morale/pudore imposti dall'Uomo.

Infine, sempre questo passo ci permette di rispondere alla terza domanda iniziale: il cash, il Mediatore, può essere tolto e dato ad altri? Questo fatto si allaccia al versetto che mette in guardia da chi ha il potere di uccidere l'anima. Concetto rafforzato dalla frase finale della Parabola: perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha.

Per capire, riprendiamo il paragone con il cordone ombelicale, perché anche qui c'è una cosa in comune, che può spiegare cosa succede e perché. Il cordone ombelicale, specie nei feti, è ricchissimo di cellule staminali utili a un sacco di cose. Ci sono case farmaceutiche che pagano camionate di soldi per averli. Capite cosa vi si vuole trasmettere? Così come ci sono predatori di cordoni ombelicali di feti (che se ne fregano della morte della piccola creatura a cui viene asportato mentre è nell'utero), ci sono predatori alieni (intesi nell'accezione latina di: diversi da noi) che vanno matti per l'energie del Mediatore. Questi predatori alieni possono o fare un patto con l'individuo (il classico patto con il Diavolo), oppure fare un patto con altri, i Maghi Neri, per far si che questi recuperino Mediatori in grosse quantità, in cambio di potere nei piani più sottili dell'Esistenza. Il Figlio del Falegname di Nazareth, secondo il parere di chi vi parla, stava mettendo in guardia da questa seconda situazione.

Questo perché la magia di patto è, di solito, semi-consapevole o consapevole, quindi si sa che si sta barattando un qualcosa di importante. Mentre lo sciacallaggio da parte dei "Maghi Neri" non è così conosciuta da parte degli individui. Per esempio le cerimonio religiose sono sciacallaggio di monete, perché con l'idea del peccato, della paura dell'errore, della contrizione, ecc. portano l'individuo in quei binari che fanno perdere "cash" per la pesa, perché lavorano sulla paura, che abbiamo visto essere colei che fa sbattere il terzo servo nel pianto e stridore di denti. In questo modo i "Maghi Neri" non hanno tolto il Mediatore, ma lo hanno indebolito o allontanato, consegnandolo - di fatto - al Satan presente durante la pesata.

Anche qui può essere giustificato il vostro stupore. Le cerimonie religiose, quindi qualcosa che dovrebbe essere positivo, usato per rubare il Mediatore? Se pensate contro chi ha combattuto il Figlio di Betlemme, capirete che è proprio nella religione, nella politica e in tutto quanto connesso alla gestione del potere pubblico, che si annidano i servi delle "larve succhia" energia, quindi Vita fisica e Vita Spirituale. In questo il Rabbi di Galilea ha reso veramente esplicito quello che non si voleva che venisse esplicitato.

A questo punto arriviamo ad oggi e a quello che questa lectio può dirci sulla situazione che stiamo vivendo

La correlazione può essere intuita se si è capito fino in fondo queste mie parole. Comunque, vediamo di rendere alcuni concetti essoterici. Per fare questo, aiutatemi pensando di essere un mago che conosce benissimo tutto quanto descritto fino a questo punto, che conosce benissimo come funziona il mondo delle Entità Aliene (o Larve, o Arconti, chiamateli come preferite), quindi sa come si contattano, che non ha scrupoli, che desidera solo di diventare sempre più potente sia nel piano fisico, sia e soprattutto nel piano spiritualmente. Ora che vi siete immedesimati, chiedetevi cosa fareste.

Non usereste un qualcosa che colpisce la paura più ancestrale (ora che conoscere bene la parabola sopra), quella riguardante la perdita della vita, per arrivare a ridurre, allontanare, o addirittura rubare il Mediatore del popolo inconsapevole, con l'uso di sostanze ad hoc, per poi, all'occorrenza, donarlo a queste "Entità" in cambio di specifici favori? Riuscite a vedere cosa può servire un virus, un pseudo antidoto e una campagna mediatica martellante su temi specifici?

Per gente senza scrupoli, ma consapevole dell'importanza esoterica del Mediatore, non sarebbe meglio usare l'"Anima" degli altri per fare dei contratti con queste "Entità"? E quando la religione non riesce più a offrire materia di scambio, la scienza può diventare una buona sostituta, no?

Per chi vi parla è chiaro che è in corso un rituale haitiano, di voodoo nero, per rubare il ti-bon-ange (come il voodoo chiama il Mediatore) all'Uomo. Ti-bon-ange amato come alimento dai "demoni superiori", così da una parte rendere le persone, che si adeguano, "zombie" e senza futuro, dall'altra avere la moneta di scambio per contrattare con questi demoni. Una volta raggiunto l'accordo, dare in pasto un o più ti-bon-ange, con conseguente morte entro tre anni dei proprietari. Ad Haiti per fare tutto ciò si usa la paura e la chimica (tossine, estratte da un particolare veleno, che rendono il corpo che le ha ricevuto identificabile da queste entità): vi dice niente tutto ciò?

Tutto può sembrare fantasioso e per questo potete non credere a quanto avete sentito. Ciò è comprensibile e sacrosanto: la libertà è vostra. Comunque un fatto è da tenere in forte considerazione e può supportare tutto questo: Abraxas, il Caos, l'Arconte più potente, si è svegliato; come ci ha detto la Regina Immortalis Lilith e come state sperimentando tutti i giorni nel Mondo da oltre 20 anni. Guarda caso in questo periodo la paura è stata, ed è, alimentata con attenti (Torri Gemelle), crisi (bolle finanziarie), nemici in grado di distruggere la vita e pompata nel sistema tramite i media.

Forse quanto avete sentito finora può sembrare la "predica" di un fumato, ma là fuori la paura è instillata ovunque, sui giornali, nei tg a ciclo continuo, nei talk show, ecc, e se almeno diamo credito alle parole del Nazzareno, questo sta portando molta gente a seppellire i talenti e quindi a consegnarsi dritta ad Abraxas!

Finalmente si chiude con un pensiero personale. Quanto fin qui detto, potrebbe suscitare in voi la reazione tipicamente catto-ebraica del: ma l'Universo, l'Uno, Dio, chiamatelo come volete, non può essere così cattivo. Non può rimanere distante e lasciare che quanto è stato raccontato in questa lectio avvenga. Non può permettere che il mio Moderatore perisca perché nessuno mi ha mai spiegato queste cose, oppure perché la società mi ha raggirato, senza mai insegnarmi come vivere veramente.

Amatissimi confratelli, il punto non è come si comporta l'Uno, il punto è la vostra superbia! Perché se questi sono i vostri pensieri, state cadendo nel medesimo errore che vi è stato descritto prima: presumete di sapere! E la presunzione è figlia della superbia! E' lo stesso atteggiamento che hanno i dodici discepoli nei confronti del Maestro di Nazareth quando questi incontrano il cosiddetto "Cieco Nato". Ecco i primi versi della pericope, ascoltateli bene:

Giovanni 9,1-3
Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?» . Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.

Riuscite a vederci sia il vostro ragionamento che quello fini qui fatto in questa nostra lectio? I discepoli rispondo secondo l'usanza religiosa del tempo. Era in credenza, infatti, che i peccati degli antenati si riversassero sui figli, fino alla settima generazione, attraverso menomazioni fisico-sanitarie. Come noi che, grazie al catto-ebraismo moderno, crediamo che Dio debba perdonare tutto di noi, perché è misericordioso.

Cosa risponde il Nazzareno? Che quanto credevano non c'entra nulla! Centra il fatto che in quel soggetto si debba manifestare il perfezionamento della creazione. Questo significa la locuzione "opere di Dio". Quel cieco è un'"opera di Dio" incompiuta che deve essere perfezionata, infatti il Rabbi gli ridarà la vista, cioè compirà l'ultimo pezzettino.

Il concetto è già stato espresso anche dalla Nostra amata Regina Immortalis Lilith in alcune sue "gocce di consapevolezza" donate a Frater BRSHT, il nostro amato Gran Maestro prima che toccasse al sottoscritto farlo. In quei "barlumi" la Donna Scarlatta disse che l'Universo segue la Legge Utilitaristica: la legge che troviamo anche nella natura, cioè quella evolutiva.
Se analizzate i due concetti, sono identici: l'Uno è come la Natura (ricordate, come sopra così sotto), evolve per utilità, perfezionandosi. Stesso concetto che abbiamo capito esporre il Maestro di Galilea .

A questo punto, riuscite a scorgere il parallelismo con la parabola dei talenti? L'Uno non ha creato tutto perfetto. Per renderlo perfetto ha bisogno di servi che capiscono cosa non va e provino a sistemarlo. A questi servi dona un qualcosa utile affinché ciò possa accadere. Cosa dona? Le esperienze che ognuno deve vivere e far fruttare, così quando si presenterà il tempo del resoconto, il bagaglio di ognuno sarà accresciuto, permettendo all'Uno di apprendere e evolvere.

E' questa la meraviglia dell'Uno: tramite le sue creature, lui acquiesce consapevolezza di quanto generato e la evolve! La perfeziona!

In questo senso, anche i Maghi Neri fanno la Sua volontà! Così come lo fanno quelli che chiamiamo "Angeli Caduti", che controllano questo Mondo e che amano nutrirsi del nostro Mediatore. Perché pure loro portano esperienza: quella del lato oscuro, che l'Uno ha lasciato si generasse, esattamente con ha lasciato che il cieco nascesse così, esperendo - in questo modo - ogni possibile sfumatura.

Come potete notare, in questa evoluzione c'è comunque il rispetto di un'altra legge inviolabile: il libero arbitrio! La libertà di scelta della creatura!

Sta, quindi, a noi scegliere di leggere, studiare, rimanere in ascolto e sviluppare quel portafoglio di esperienze che l'Uno vuole che ogni creatura faccia, per superare quella fase della Morte che è la Pesatura, evitando così di incorrere nella Seconda Morte.


Fraternità e LVX a tutti voi!