Aristotele, Gnosi, Abraxas e la speciazione: la scelta dell'Adam

Lectio di Frater SRH per il Litha 2023

«E quando qualcuno vi propone di credere a una proposizione voi dovete prima esaminare se essa è accettabile, perché la nostra ragione è stata creata da Dio, e ciò che piace alla nostra ragione non può non piacere alla ragione divina, sulla quale peraltro sappiamo solo quello che, per analogia e spesso per negazione, ne inferiamo dai procedimenti della nostra ragione.»

(Guglielmo da Baskerville in: Umberto Eco, Il nome della rosa, p. 139)


Ave Frater e Soror qui riuniti. Ormai la nostra Via si è ridotta in modo drastico: da oltre 15 Frater e Soror, di solo un anno fa, a noi quattro con la nostra venerata Oracolo Femmineo.
Permettetemi di ringraziare la nostra amata Oracolo per la sua costanza e la sua fedeltà alla nostra Via e, soprattutto, alla Regina Immortalis Lilith. Ciò che essa dimostra con il suo operato, presso il nostro Ordine, è degno di lode ed ammirazione. Grazie!

Questa lectio sarà una sorta di arlecchino delle precedenti, con qualche spunto di riflessione in aggiunta, perché la sensazione - di chi vi sta parlando - è quella che molti punti fin qui tratti siano da approfondire meglio, al fine di renderli più intellegibili e quindi veramente utili alla riflessione individuale.
Chi parla chiede anche scusa, perché sarà un pochetto lunga, ma non è facile sintetizzare un argomento che vede coinvolta l’escatologia dell’Uomo.

Il semiologo Fratello Massone Umberto Eco, per il tramite di Frate Guglielmo da Baskerville (noto personaggio del romando “Il Nome della Rosa”), ci fa sapere cosa sia l’autodeterminazione: essendo la nostra ragione di origine divina, ne condividiamo l’inferenza logica e pertanto la capacità di discernimento! Il discernimento è l’autodeterminazione!

L’inferenza logica è il punto fondamentale!

Oggi la logica ha avuto una grossa spallata dalla Gnosi, perché quest’ultima pur derivando da γνῶσις (gnòsis), vocabolo comune il cui significato originario era “conoscenza”, ha permesso di scardinare il pensiero formale, rendendo di fatto la conoscenza un “oggetto” senza un confine e, pertanto, inclusivo di tutto, anche di ciò che la nostra ragione reputa ancestralmente, proprio per la sua discendenza divina, fallace.
Tale assenza di limite l’abbiamo vista nella lectio La Gnosi e la minaccia per l’Adam, dove qui riportiamo un passaggio molto utile alla nostra riflessione:

Prendiamo Franz Hartamann, teosofo, astrologo, occultista, geomante e medico tedesco, nel suo trattato “I Simboli segreti dei Rosa Croce”, parlando del problema delle religioni classiche e delle loro menzioni, sottolinea:

“D’altra parte, se si dimostra l’idolatria e le superstizioni dei moderni preti, coloro che non sanno pensare profondamente rigettano ogni religione e, anziché vedere la verità, sprofondano ognor più nel fango del materialismo. Cogli animali non si può ragionare; non si può guidarli che per mezzo dell’amore e della paura; allo stesso modo, la maggior parte degli uomini sono tuttora troppo deviati dalla propria mentalità animalesca per essere capaci di penetrare le verità che loro si insegnano; fino a che l’Umanità non sarà capace di ragionare, l’esistenza del sacerdozio sarà per essa una male necessario.”



Già nella menzionata lectio si era fatto notare cosa significava questo passo. Comunque riprendiamolo e cerchiamo di portarlo al vaglio della ragione per mezzo della logica.
Qual è l'assioma di partenza? E' sottile, ma recuperabile: se non si ha la medesima modalità di pensiero del nostro Fratello Rosacrociano, non si è altro che animali da ammaestrare.
Quindi il punto di partenza è che il pensiero Rosa-Crociano sia l'unico plausibile e infallibile, che conduce - chi lo percorre - alla verità! Si stia attenti!. Non è in discussione la validità della Gnosi Rosacrociana, è in discussione il sillogismo logico portato avanti da Fratello Franz, che cerchiamo di sintetizzare qui:
  • La gnosi è verità
  • L'esoterismo è gnosi
  • L'esoterismo è verità

E il pensiero non esoterico? Non essendo gnosi è un pensiero ignorante (dal verbo ignorare) e pertanto chi lo pratica deve essere controllato con il bastone e la carota (letterale: amore e paura)!

Il punto è che il sillogismo parte da un principio che, a livello logico, è fallace: lo gnosticismo, per estensione tutta la cultura da esso derivato (rosacrocianesimo, massoneria, illuminati, O.T.O., Golden Dawn, ecc.), è verità; l'altro no! E chi può determinare ciò? Infatti questo sillogismo pecca della fallacia "non sequitur", che si traduce con falsa causa. La proposizione di partenza del suo ragionamento: "la gnosi è verità"; non è verificata e non può essere verificabile, perché ricade nel problema deduttivo (poi lo vedremo).

Sempre nella stessa lectio troviamo quest'altra frase:

“Avere la Gnosi (Conoscenza) significa sapere che cosa siamo, da dove veniamo e dove andiamo, che cosa ci può salvare, qual è la nostra nascita e qual è la nostra rinascita. […] […] Perché sulla terra esistono tante religioni, invece di un’unica fede? Quale scegliere e secondo quale criterio preferirla alle altre? Come stabilire chi ha torto o ragione, fra il pagano, l’ebreo o il cristiano, fra chi è sicuro della metempsicosi e chi attende il Giudizio Universale? […] […] Una risposta troppo immediata a queste domande drammatiche e problematiche trasforma l’individuo in un ateo, che rifiuta globalmente tutte le religioni proprio per le loro divergenze, o in un fanatico che si chiude rigidamente nella propria fede evitando di analizzare le altre, per timore che questa venga intaccata. Lo gnostico, invece, usa la Gnosi come un filtro attraverso il quale setaccia e analizza le religioni e le filosofie, per trattenere il meglio di ognuna. Elabora così una religione intellettuale, basata su una rigorosa cultura invece di una religione rivelata che giustifica i propri postulati inverosimili e assurdi facendo ricorso a visioni, estasi, allucinazioni auditive”.



Questa frase venne usata nella lectio per spiegare cosa sia gnosi, ma noi ora la analizziamo da un punto di vista logico e in relazione alla frase sopra del Fratello Franz Hartamann.

Il Fratello Massone Henri-Charles Puech ci fa capire una cosa: per conoscere bisogna aggregare tutto, esoterico e essoterico (non esoterico), setacciando e tenendo quello che piace alla nostra ragione (parafrasando la citazione iniziale).
Questa frase di Frater Henri-Charles, quindi, contraddice il sillogismo alla base del predicato enunciato da Frater Franz, perché ammette che vi siano più parti di Verità, presenti in diverse situazioni (sia esoteriche che non), che vanno conosciute, analizzate e collegate, ammettendo - di fatto - che anche in Vie diverse dall'occultismo vi si possa trovare scintille di intelligenza/verità. Esattamente il pensiero opposto a Frater Franz.

Tuttavia, il sillogismo (ragionamento) qui portato avanti da Frater Henri-Charles è ancora più subdolo rispetto a quello di Frater Franz Hartamann, perché alletta l'Ego:
  • La gnosi porta alla verità
  • La gnosi si acquisisce con l'indagine
  • L'indagine porta alla verità

Il ragionamento è di un seducente incredibile, perché fa credere all'animo umano di essere capace di ottenere qualcosa di universalmente considerato importante: la verità; a patto che l'Uomo sia disposto a indagare tutto. Anche qui, però, siamo di fronte ad una fallacia logica: ignoratio elenchi. Infatti, non è detto che indagando tutto si ottenga la verità. Un esempio è l'ornitorinco, che deposita le uova e allatta. Si tratta di un mammifero o di un oviparo? L'esperienza porta a dire che se deponi le uova sei oviparo, se allatti sei mammifero: la totalità degli animali conosciuti (prima di scoprire l'ornitorinco) faceva indurre queste regole, ma l'ornitorinco ha entrambe le caratteristiche, quindi? Quindi nell'immensità dell'emanazione non è possibile indagare tutto, perché non è detto che le induzioni ottenute coprano tutti i casi reali.

Ecco perché Aristotele, uomo che aveva colto il problema del ragionamento fallace, negli Analitici Primi e Analitici Secondi, due libri della sua opera Organon, la "bibbia" della logica, fa una distinzione fra i sillogismi. Secondo il fondatore del peripato (dal greco Περίπατος, «la Passeggiata»; da περιπατέω «passeggiare», composto di περι «intorno» e πατέω «camminare») si hanno:
  • Sillogismi validi (quando l’inferenza - connessione - tra premesse e conclusione è necessaria) ma non veri: le premesse sono false e quindi la conclusione non corrisponde alla realtà. Ad es. “Socrate è un cane, tutti i cani possiedono una stazione di servizio, Socrate possiede una stazione di servizio”.
  • Sillogismi validi e veri.
  • Sillogismi non validi ma veri: pur partendo da premesse false giungono a una conclusione vera.

Da questo comprendiamo come per il precettore di Alessandro Magno validità e verità siano due modalità differenti. La validità dipende dalla forma delle asserzioni e non dal loro contenuto, mentre la verità dipende dal suo contenuto confrontato con la realtà.

La verità di un sillogismo dipende dalla verità delle premesse e dalla validità dell’argomentazione.

Se un ragionamento parte da premesse vere ed è valido, allora la sua conclusione sarà necessariamente vera.


Negli Analitici primi infatti Aristotele studia esclusivamente la coerenza interna dei passaggi logici dei sillogismi (validità). Negli Analitici secondi invece si occupa del problema della verità del sillogismo, cioè delle premesse. Un sillogismo infatti può essere valido, ma avere premesse false, dunque portare a conclusioni false: ad es. >> ogni animale è immortale, ogni uomo è animale, ogni uomo è immortale.
Il sillogismo scientifico è quello che è sia valido che vero e di questo si occupa negli Analitici secondi.

Il problema è quindi come si ottengono le premesse.
Sicuramente le premesse devono rispettare i tre principi fondamentali della logica aristotelica:
  • identità
  • non-contraddizione
  • terzo escluso

ma questo non basta.
Le premesse si ottengono dalle definizioni ossia da proposizioni che enunciano l’essenza di ciò di cui si sta parlando. Ogni scienza ha le proprie. Ma ancora rimane la domanda: da dove vengono le definizioni? Con l’induzione.
Essa è il procedimento grazie al quale dal particolare si ricava l’universale (la deduzione è invece il procedimento contrario). Aristotele si rende conto però che anche l’induzione ha dei limiti perché io non posso osservare tutti i casi possibili, non accede all’universale vero, ma all’universale “per lo più”, più probabile.
Secondo il peripatetico, in ultima istanza, le definizioni derivano dall’intelletto e dal suo potere di intuizione razionale (Chokmah).

Noi otteniamo la conoscenza da una intuizione delle cose per mezzo della nostra ragione che si rivolge all’esperienza.

Non è innata la nostra conoscenza, ma si allena, si esercita.

L’esperienza e l’induzione sono come uno stimolo che mette in moto l’intuizione razionale (o noetica) che astrae l’universale dal particolare e produce il concetto (ciò che di comune c’è in un insieme di oggetti). Tanto che a volte basta l’osservazione di un caso solo per cogliere l’essenza di una cosa o di un fenomeno.
Ottenuto il concetto, abbiamo la definizione, da cui possiamo derivare le premesse vere per il sillogismo che conduce alla verità.

A questo punto, quanto detto in merito al pensiero di Frater Franz Hartamann: "pecca di una fallacia deduttiva", è ora comprensibile. L'universale è qualcosa a cui l'essere umano non accede in modo se non intuitivo, quindi a sua volta frutto di una combinazioni di fattori personali/oggettivi. Ciò significa che non è onnicomprensivo. Il fatto che non sia onnicomprensivo non rende questo metodo utile ad una premessa che è generalizzante, come lo è la premessa: "la gnosi è verità".
Dall'altra parte, sia il tutore di Alessandro Magno, che quanto abbiamo accennato in relazione al sillogismo di Frater Henri-Charle, ci fanno capire che anche l'induzione non conduce alla verità. Abbiamo quindi analizzato come sia deduzione (dal generale al particolare), sia l'induzione (dal particolare al generale) non sono metodologie utili per conoscere la verità, cioè la totalità dell'emanazione. Per fare ciò, come abbiamo visto nelle righe sopra, è necessario accedere a ciò che Aristotele chiama noetica e che la nostra Regina chiama Chokmah!

Quindi la gnosi, così come presentata dai fratelli massoni non è adatta alla conoscenza intesa nel senso nobile di aderenza alla Verità, proprio perché sfrutta due caratteristiche che introducono fallace logiche rendendo, di fatto, le conclusioni non vere. Ecco perché è stato usato, nel corso della storia, uno sforzo emotivo per rendere la gnosi uno strumento appetibile, usando costrutti di predicati sorretti dalla fallacia patetica, cioè frasi costruite con una logica che lavora sulla parte empatia - romantica dell'essere umano, permettendole di scalzare il pensiero critico. Ciò si è reso possibile per il costrutto effimero della modalità di presentazione della Gnosi, spesso proposta solo in ambito metafisico e quindi difficilmente verificabile da una mente non completamente allenata. Molti di questi aspetti li abbiamo analizzati nella lectio già menzionata: La Gnosi e la minaccia per l’Adam.
Tolto di mezzo il setaccio della critica logica, per mezzo dell'emotiva promessa di stratosferici accessi a conoscenze inimmaginabili, ciò che sorge sono ragionamenti tipo questi sotto. Quanto andremo a leggere, è uno stralcio di una lettera di Arthur Machen a P.-J. Toulet. Machen è il compositore di un'opera gnostico occulta molto conosciuta negli ambienti esoterici dal titolo: Il Gran Dio Pan. Tale libro è il frutto dell'iscrizione di Machen ai gradi alti dell'iniziazione della Golden Dawn a fine dell '800, quando l'Ordine Ermetico era all'apice della sua potenza magica e governativa. Lo stralcio recita:

"Quando scrissi Pan e la Polvere Bianca non credevo che così strani fatti potessero mai capitarmi nella vita reale, o che fossero mai stati possibili. Ma, in seguito, e molto di recente, ho avuto nella mia stessa esistenza delle esperienze che hanno completamente cambiato il mio punto di vista su questo argomento… sono ormai convinto che non c'è niente di impossibile sulla terra. Ho appena bisogno di aggiungere, suppongo, che nessuna delle esperienze che ho fatto a rapporti con imposture quali lo spiritualismo o la teosofia. Ma credo che noi viviamo in un mondo di gran mistero, di cose insospettate e del tutto stupefacenti."



Bellissime parole, se non si tiene conto che dà degli impostori alla Teosofia, quella fondata da Madame Blavatsky (fondamento della New Ave occidentale), e - sopratutto - non si tiene conto che questo scrittore occulto e iniziato è morto quasi di stenti, tenuto in piedi grazie a collette che facevano i suoi fan. Dove sono queste meraviglie, se per vivere doveva aspettare che un fan si facesse carico di raccogliere qualche dollaro/sterlina e portarglielo? Ma la sua mente, ingabbiata nella gnosi della grandezza dell'invisibile, non aveva che lode per essa.
Eccola la guerra alla logica, alla relazione oggetto-realtà, a quella determinazione se un oggetto è vero o fallace. Il punto è che questa guerra ai sistemi mentali di indagine è annunciata, senza mezzi termini, da chi pratica questo tipo di gnosticismo. Se si prende la lectio Gnosi, infiltrazione e il peccato dell’Adam: la Paura, troviamo la seguente frase di Alice Bailey (amica dI Madame Blavatsky):

“Anni fa ho detto che la guerra che potrà seguire questa (la Seconda guerra mondiale N.d.A) sarà una guerra di religione. Una tale guerra non causerà un macello come quello che abbiamo conosciuto. Essa sarà combattuta in gran parte con armi mentali e nel mondo del pensiero…”



che denota proprio l'uso di armi mentali per combattere una guerra che avrebbe portato a un determinato obiettivo, che la stessa Alice ci fa sapere e che riportiamo qui, sempre tratto dall'appena menzionata lectio:

“il pianeta non può sostenere più di un certo numero di esseri umani […] in futuro (siamo nel 1953! N.d.A.) anziché famiglie numerose si baderà a produrre (!) qualità e intelligenza nella prole. Questo implica una scienza di cui l’eugenetica è solo un indizio exoterico e distorto.”



Frasi, sia questa che quella precedente, della fondatrice della Lucis Trust ampiamente trattate nella lectio da cui sono prese, ma che qui usiamo per comprendere come la gnosi sia stata sfruttata in qualità di testuggine per scardinare la capacità di valutazione dell'Uomo, al fine di renderlo solo capace di un'indagine emotiva, passata come spirituale, escludendo il più possibile il sillogismo logico-razionale, unico filtro per difenderlo dalle fallace di un approccio solo emotivo. Così che, una frase come quella appena riportata possa apparire valida, anche se logicamente errata; infatti chi può sostenere che il pianeta è in grado di ospitare solo un certo numero di esseri umani? E, oltremodo, chi può dire che la qualità intellettiva sia inversamente proporzionale al numero di figli messi al mondo da una famiglia? Si potrebbe rispondere la scienza, unica datrice di un sistema empirico-logico. Il punto è che la scienza, come ogni entità sociale, è composta da Uomini, i quali potrebbero abbracciare determinate idee e quindi cercare di validarle. Facciamo degli esempi: il premio nobel Yeats, Florence Farr, Blackwood, Stoker (l'autore di Dracula) e Rohmer, scrittori tutti iniziati alla Golden Dawn. Quindi l'intellighenzia che crea opinione era un'iniziata gnostica. Proseguiamo: Peck, astronomo di Scozia, Allan Bennet, ingegnere di sua maestà e Sir Gerald Kelly, presiedente della Royal Academy, tutti iniziati alla Golden Dawn. Sicuri che scienza, opinione, intellighenzia, ecc. siano imparziali?
Ma torniamo alla Signora Lucis, messa nei termini della fondatrice del trust sembra quasi come la coltivazione della vite che, riducendo i grappoli sui filari, permette di ottiene una concentrazione di zuccheri superiore negli acini rimanenti, riuscendo a vinificare così un vino più strutturato e ricco.
La questione dell'equivalenza uomo-vite, tipica del vangelo di Giovanni, gnostico per l'appunto, non trova i suoi corrispettivi nella realtà. Così come non trova accordo con la realtà il fatto che questo nostro pianeta non sia in grado di fornire sostentamento a tutti: lo fornisce da chissà quanto tempo ad animali ben più grossi, pervasivi ed esosi di noi (aka dinosauri - sempre che siano davvero esistiti come ce li hanno insegnati). Il tema che andrebbe profondamente analizzato è se le risorse messe a disposizione dalla nostra Madre Terra siano veramente condivise con tutti, oppure non sia in atto un comportamento avaro da parte di qualcuno. Altro punto da analizzare, con un certo occhio di riguardo, è se i prodotti in scatola, pieni di chimica per conservarli, non siano imballati con apposita aggiunta di sostanze da laboratorio al fine di colpire specifiche facoltà cerebrali, così da far accadere quanto ipotizzato dalla Bailey a riguardo della correlazione natività-intelligenza.
Complottismo? Eppure tutti sanno cosa fa il fluoro alla ghiandola pineale e per anni i dentifrici erano al... fluoro! Coincidenze? Oppure, dietro la sponsorizzazione della pulizia dentale per mezzo del fluoro, da parte della scienza, non c'era altro di voluto?
Sempre nella lectio da cui abbiamo tratto le parole della Signora Lucis, troviamo le seguenti parole tratte dal Patto Sinarchico Rivoluzionario:

“ …d’altronde occorre rendersi conto che la dominazione universale del Governo Mondiale non è concepibile nei suoi principî, nei suoi mezzi, nella sua linearità di svolgimento, senza un dogma quasi-religioso implicitamente ripreso e trasmesso da generazioni di profani, bassi iniziati che si avvicendano nella grande scena del mondo riempiendolo con lo schiamazzo delle loro grida quando si trasmettono ad alta voce gli ordini di servizio passati dall’alto.”



Più chiaro di così: qualcuno comanda e i tapini, consapevoli o no, eseguono! Riesco a far sorgere in voi alcuni interrogativi a riguardo della gnosi usata come testuggine per abbattere le porte di quella fortezza che permette all'Adam di setacciare le informazioni propostegli: la logica?
Non pensiate che il problema della gnosi, così come presentato in questa lectio, sia così semplice da identificare, da separare e, di conseguenza, liberarsene. Come abbiamo analizzato nella lectio Morte e resurrezione del nostro mondo o l'Ordine che scaturisce dal caos, il monaco lamainista ci fa sapere questo:

Joël ad un certo punto pone la seguente domanda: “La cosa comincia a diventare eccitante! Se i gesuiti erano in Tibet fin dall’inizio della stirpe del Panchen Lama, considerato il «papa segreto dei Tibetani», possiamo supporre che abbiano influito su un’organizzazione il cui capo assomiglia stranamente al Generale della Compagnia di Gesù. Non va dimenticato l’aspetto marziale in tutto questo: si tratta di ordini religiosi strutturati come un esercito pronto a combattere. Si dice che il Papa del Vaticano sia il «papa bianco» in opposizione al «papa nero», il generale dei gesuiti. Inoltre questi gesuiti si insediarono a Shigatsé, la città esoterica per eccellenza, la residenza dei capi occulti del Tibet, che la Teosofia ha chiamato i «maestri di saggezza della Grande Loggia Bianca». Vi è correlazione tra i gesuiti e la famosa «Grande Loggia» del Tibet?”

Risposta del signor Bhodyoul: “Ha fatto centro. Complimenti, perché sono pochi i ricercatori così perspicaci. Conosco solo un paio di esoteristi che sono a conoscenza di questi fatti e che sanno interpretarli come si deve. Secondo le mie ricerche, la fondatrice della Teosofia, Helena Blavatsky, che rivelò al mondo l’esistenza della confraternita segreta del Tibet, non sapeva della presenza dei gesuiti a una data così antica, ossia quasi contemporaneamente alla nascita del lamaismo moderno. Essa sembrava ignorare, a meno che non lo dissimulasse, che dei missionari italiani fossero stati accolti nelle lamaserie come studenti di teologia, e che avessero redatto dizionari e trattati in tibetano. Gli universitari occidentali hanno scritto le loro tesi partendo da autentici trattati di buddismo tibetano scritti da gesuiti! Mi segue?

In ogni caso ogni tanto la Blavatsky, nonostante i suoi paraocchi da medium, aveva qualche sprazzo di lucidità. Tuttavia era così fanaticamente legata alla «Loggia orientale» da soprassedere sulla presenza dei gesuiti a Shigatsé, la città sacra dei suoi iniziatori occulti. Per lei sarebbe stato un blasfema osare sollevare il velo che pretese di aver strappato nel suo libro Isis svelata. Isis non è stata affatto svelata. Le dirò un segreto sulla sorte della signora russa che ha fondato la Teosofia: essa venne imprigionata magicamente da una fratellanza massonica occidentale, perché rifiutava di piegarsi alle loro condizioni. Venne in seguito liberata dalla Loggia orientale che in questo modo la pose sotto una camicia di forza occulta ancora più soffocante.

È la sorte dei medium di alto livello. In queste condizioni, quando denunciò con veemenza il dominio dei gesuiti d’Occidente, Helena Blavatsky aveva dimenticato di essere diventata lo zimbello dei lama gesuiti dell’Oriente. Nessuno può sfuggire al veleno dopo aver osato avvicinarsi al nido di serpi della «Loggia planetaria». In ogni caso sono riconoscente alla Blavatsky per averci messo sulla pista della Loggia orientale, poiché i miei compatrioti tibetani sono lungi dall’immaginare ciò che si cela dietro ai loro riveriti lama. Il fatto storico che dei gesuiti abbiano infiltrato il lamaismo è di estrema importanza per capire la politica del Nuovo Ordine Mondiale e gli accordi segreti stipulati tra la Grande Loggia orientale, il Vaticano e le società segrete occidentali.“



Ciò denota che la gnosi, per come è stata presentata da Frater Henri-Charles, è così seducente che induce acriticamente l'Uomo a soprassedere alla relazione oggetto-realtà, pur di abbracciare un'idea di evoluzione che non sempre trova conferma nella relazione oggetto-realtà, anzi quasi mai (come visto per il fratello Machen)! Questa risposta da parte dell'amico tibetano, denota come anche la blasonata Madame Blavatsky, che si fece portatrice dei messaggi orientali, pensò di entrare a far parte degli spiriti in evoluzione. Invece, tra una verità, un'omissione e una menzogna, fu sfruttata come mezzo di manipolazione di massa per conto di qualcuno che sapeva bene come farle credere altro! Ma da parte di chi? Il nostro lamainista tibetano, qui riportato L'inganno del bello, risponde in questo modo:

È probabilmente l’aspetto più difficile da capire: gli spiritualisti classici vi diranno che è salutare che esista una fratellanza che faccia evolvere la civiltà umana. È l’argomento che ritorna sempre: l’evoluzione! I «maestri» ci aiuteranno a evolvere di era in era, e questo piano è così grandioso che non siamo in grado di comprenderne i metodi. Questo si fonda sul dogma di un’evoluzione ascendente verso un mondo sempre più perfetto. Benché assolutamente contraria ai fatti e all’entropia universale, questa idea è il dogma dominante nella nostra cultura. Pensiamo che tutto andrà sempre meglio, che ci eleviamo vita dopo vita verso le altezze della perfezione, fino a diventare simili a dèi. Nella maggior parte degli ambienti spiritualisti, questa teoria non ha più alcuna contraddizione, poiché senza di essa la vita diventerebbe assurda. Confutare questo dogma evoluzionista non è più tollerato, e se vi azzardate a farlo vi prendono per un nichilista. Eppure, la teoria dell’evoluzione progressiva verso la perfezione è una fonte di sofferenza e di disillusione infinite quanto la stessa evoluzione. Secondo le più antiche tradizioni, l’evoluzione gira in tondo e il tempo si morde la coda descrivendo dei cerchi infiniti, finché decidiamo di uscirne. Bisogna uscire dal cerchio del tempo: è lo scopo della vera religione, ossia l’immortalità. Ma le potenze che vivono nel tempo ciclico non vogliono che vi sfuggiamo, perché ciò significherebbe la fine di questa messinscena. Il messaggio originale del Buddha era un appello e distaccarsi dal sortilegio del circuito dell’evoluzione chiusa, ma i guardiani del sistema temporale hanno risposto diffondendo la dottrina dell’evoluzione progressiva. Essi dicono: «Col tempo diventerete degli dèi su una terra perfetta. Non cercate un’altra via d’uscita». Ora chiediamoci: da quanto tempo è nell’aria questa idea e da chi proviene? L’evoluzionismo è forse un concetto religioso tradizionale? Rientra negli insegnamenti dei grandi saggi del passato? Non si tratta forse di un’interpretazione contraria al suo significato originale? Ognuno si ponga queste domande, io non intendo sostituire un dogma con un altro. Tuttavia, osserviamo che l’evoluzionismo spirituale è un’idea moderna specifica, diffusa dai lamaisti e dagli adepti della Teosofia orientale per i quali è un’idea fissa, il dogma assoluto, la doxa suprema.



Non chiedetemi chi sono questi guardiani, perché sapete che non è così facile rispondere. Per gli egizi è il serpente Apophis, per la Gnosi ha nomi diversi: Abraxas, Yaldabaoth e/o Demiurgo, per la Chaos Magica è il Caos, per la Cabala è Amash, ecc. Ovidio, nella sua opera, le Metamorfosi, lo descrive così:

Prima del mare e delle terre e del cielo che tutto avvolge, l’aspetto della natura era uniforme in tutto l’universo, che chiamavano Chaos, massa grezza e senza ordine e nient’altro se non blocco inabile: ammassati in questo Chaos germi discordanti di sostanze non bene armonizzate. Il sole non ancora irradiava la luce sul mondo né la luna nella sua crescita riacquistava le corna né la terra librandosi sul suo peso era sospesa nell’etere addensato intorno, né il mare aveva steso le sue braccia su un lungo tratto delle terre. E per la condizione in cui si trovavano e la terra e il mare e l’etere, la terra era vacillante, il mare innavigabile e l’etere privo di luce: nessun elemento conservava la propria forma, c’era contrasto tra le forze, poiché in uno stesso corpo il freddo era in conflitto con il caldo, l’umido con l’asciutto, la cedevolezza con la rigidità, la pesantezza con l’inconsistenza.



Mentre se leggiamo il Necronomicon di Abdul Al Azraq (che trovate anche nella lectio La Porta dell'Inferno e la Speciazione), si può leggere:

Sono ormai nello spazio esterno. La prima impressione che provo, è una strana incertezza sulla natura ed estensione delle mie sensazioni. Sono immerso nell'oscurità, nel freddo e nel silenzio. Come nella tomba, anche qui esiste più vita di quanto gli uomini possano credere. Riesco a vedere nell'oscurità. Mi sembra di vedere con occhi che non sono i miei. La luce è tenebra e la tenebra è luce. Vedo esseri neri, che si muovono caoticamente in un fondo nero. Capisco di essere in mezzo agli altri Dei, ciechi ed amorfi, fatti di nulla, eppure pensanti, attivi e maligni. Lo spazio esterno è freddo, di un freddo glaciale inesorabile, che ricorda le cripte più profonde. La loro mente ragiona con le leggi del caos, che noi riusciamo a vedere soltanto con il male cosmico più totale, completo e definitivo, e senza scampo e speranza che mai mente umana riesca ad immaginare. [...] [...] Non evocate gli altri Dei. [...] Perché gli altri Dei sono Dei dello spazio esterno. Gli altri Dei sono Dei del caos cosmico. Contro di essi non c'è difesa. Se hanno deciso di rivolgere la loro mostruosa attenzione su qualcosa, o su qualcuno, pregate che abbiano altro da fare, piuttosto che pensare a noi.



Rudolf Steiner ne parla in questo modo, farse tratta sempre nella lectio da cui è tratto il passo del Necronomicon:

È nell'epoca che ora verrà, che arriveranno delle Entità spirituali che sono denominate gli Asura, che si insinueranno nell'anima cosciente e, perciò, in quello che chiamiamo l'Io dell'Uomo. Questi spiriti riusciranno ad ottenere che tutto quanto sia da loro afferrato, sarà distrutto. Verranno estirpate dall'Io dell'Uomo tutte le sue parti, e dallo spirito dell'Uomo verrano tagliati fuori, ad opera delle potenze Asuriche, i collegamenti con lo Spirito.



Questa carrellata di nomi e citazioni è stata voluta per far comprendere che è davvero complicato definire questa energia così ancestrale, così fuori dalla portata dell'essere umano, ma così profondamente ad esso legata. Un'energia che, come si legge nelle Stanze di Dzyan di Madame Blawatsky, ha il compito di far girare le ruota del tempo risultandone a sua volta imprigionata, perché se la ruota dovesse fermasi, anche essa cesserebbe la sua attività-esistenza. Pertanto, per garantirsi la "sopravvivenza", deve far si che la ruota si muova. Per far si che si muova, deve ottenere un così detto "raccolto negativo", cioè pieno di inconsapevolezza. Questa sua dualità di padrona/schiava del suo stesso compito, che la rende anche la nemica dell'Adam e della sua liberazione, rende quest'energia complicata sia da definire, che da indagare, così come ormai dovrebbe esserci chiaro dalle parole della nostra Regina Immortalis, che da mesi ce la porta alla nostra attenzione sotto il nome di Abraxas. Quindi il punto non è come la si chiama, ma come relazionarsi ad essa. Ecco che, per cercare una soluzione, ci viene in aiuto il nostro "amico" di una delle "tredici linee di sangue" - come abbiamo visto nella lectio Il Sesto Sole, i Cicli, la Speciazione, la Scelta e l'Auto Determinazione - il quale ci spiega come si può diventare liberi:

ATS: Se è così, come possiamo diventare uomini liberi?

HH: Non sarai mai ‘libero’, durante il tempo in cui resterai incarnato su questo pianeta. La natura stessa del vostro essere ‘qui’, ne è la dimostrazione più evidente. Esiste un motivo per il quale vi trovate qui, e ‘qui’ molto probabilmente non coincide con ciò che immaginate sia ‘qui’. Come si diventa liberi? Elaborando dove sei e comprendendo il motivo per cui vi sei. Dovrete essere veloci nel farlo, in quanto non resta molto tempo prima del prossimo raccolto. Chi non ce la farà dovrà ripetere il ciclo.



Frase (da me super usata, lo so) che fa ben capire una cosa: a prescindere dal contesto escatologico, è d'uopo riprendere in mano la logica per analizzare i fatti e comprenderli così da avere contezza della propria essenza, in modo da adempiere a quanto scritto all'ingresso del Tempio di Delfi: Nosce te ipsum – “Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli Dei”; perché chi non c'è la fa in questa analisi dovrà ripetere il tutto. Come? Sintetizzando la lectio: La Seconda Morte, si potrebbe dire mediante una nuova semina dell'Anima/Spirito finita/o nell'"indifferenziato", perché volata/o in cielo con l'intermediario/mani senza talenti utili alla pesatura. Certo, non è proprio in questi termini che il nostro "amico" lo dice, ma il fatto è che non parla di evoluzione del prossimo giro, ma di ripetizione, esattamente come il nostro monaco lamainista. Se due indizi fanno una prova, noi abbiamo anche il terzo indizio.

[...] Mahi Kaligua, ossia "Scienza dei Tempi Antichi": [...] la legge sacra del sesso regge non solo la terra ma altresì l'intero universo. [...] Giacché si dica, la verità fallica sta alla base di molti rituali e l'arte sacra e le sacre scritture di tutti i popoli ne indicano il mistero a coloro che sanno leggerle. [...].
Infatti l'amore, creando continuamente mediante il contatto del positivo col negativo, si nutre dell'esaltazione mistica o dello spavento delle masse prosternate davanti agli altari; e questi, lungo le generazioni, divengono il ricettacolo dove si accumolano le forze che, a seconda della volontà di coloro che la comandano, apportano il bene o il male, la luce o l'oscurità, la vita o la distruzione.
[...] E quando sulla terra si riversa la collera accumulata nelle sfere superiori a causa dell'ingiustizia e del disordine della vita degli uomini, nessuna persona ha il potere di arrestare i flagelli e di dominare le tempeste che distruggono il mondo.
[...] Le qualità umane corrispondono, nell'invisibile, a entità distinte [...].



Affermazioni tratte dalla lectio La Porta dell'Inferno e la Speciazione, che mostrano come le confraternite meno main stream, in questo caso la Confraternita di Eulis fondata da Paschal Beverly Randolph, sanno bene che il sistema è un qualcosa di chiuso e vincolante per l'Uomo, a meno che esso esegua quell'analisi su di Sè, che porta ad adempiere alle parole incise sullo stipite del Tempio di Delfi, permettendo così di uscire dal ruota del criceto, oppure esso preferisca l'apatia, quindi una vita inconsapevole, e finire continuamente nell'indifferenziato per poi essere ripiantato, esistendo così come un criceto, oppure non voglia stringere un patto per vendere il proprio intermediario/mani, in cambio della possibilità di far rivivere volontariamente in un nuovo involucro la propria ombra (per usare la terminologia di Eliphas Lévi vista nella lectio La Seconda Morte). Infatti, se proseguiamo nella lettura del passo di Paschal Beverly Randolph riportato nella lectio La Porta dell'Inferno e la Speciazione, ci si imbatte in questo:

[...] Ne risulta un'alleanza delle forze umane con le forze divine o spirituali, e l'intelletto dell'uomo acquista, allora, la possibilità di dominare qui e laggiù. L'uomo diviene signore del bene e del male, e se ne serve a volontà.



Che, se si vuole indagare ancora un pochino, risulta lo stesso concetto fornitoci dal nostro manaco lamainista in queste sue parole:

"Sostengo di poter dimostrare che i riti del buddismo tibetano sono negativamente magici e che le lancinanti ripetizioni di invocazioni hanno uno scopo preciso, direi perfino una funzione scientifica. Ciò che ho scoperto è stato corroborato da alcuni chiaroveggenti, molto rari al momento. L’organizzazione del lamaismo è centralizzata e gerarchizzata per rispondere a norme di magia collettiva: le tecniche di meditazione e di visualizzazione non hanno lo scopo di liberare lo spirito, ma di emettere flussi di energia che sono accuratamente canalizzati e diffusi sulla terra. Si tratta di una gigantesca centrale di produzione energetica che si avvale di decine di migliaia di organismi umani, perfettamente preparati per generare un flusso telepatico che parte dal Tetto del mondo, la cui situazione geografica è ottima per emettere onde verso l’Occidente. Questa stazione emette da secoli sulla frequenza delle nostre aspirazioni e dei nostri ideali. Vi spiegherò come funziona, poiché si tratta di una scienza esatta.

L’aria pura delle altitudini dell’Himalaya è particolarmente buona conduttrice per emettere segnali telepatici di qualità. Questi segnali sono proiettati con forza grazie ai riti ripetitivi che si svolgono giorno e notte da svariati secoli. Per questo motivo esiste una doppia gerarchia: quella degli iniziati della Grande Loggia Bianca che selezionano il contenuto dei messaggi, e quella dei lama che dinamizzano queste emissioni telepatiche mediante i loro esercizi spirituali, senza tuttavia conoscerne il vero significato. Le migliaia di città-monasteri sugli altopiani del Tibet, che ospitavano fino a 800 monaci, perseguivano uno scopo ben diverso dallo studio dei sutra e la meditazione sulla vacuità. Si tratta della maggiore operazione di propaganda di tutti i tempi, ben più potente dell’Islam o di Roma, poiché il lamaismo opera in segreto: il vero potere è segreto.

Gli esercizi di Ignazio di Loyola sono calcati sulle tecniche dello yoga tantrico indiano che fu adattato dai lama. Inoltre, il processo di risveglio che si attribuisce a Loyola al momento della sua «illuminazione» si è avvalso della tecnica tantrica di sublimazione dell’energia sessuale. Questo ci indica che Ignazio di Loyola, il santo venerato dalla Chiesa cattolica, è in realtà un iniziato venuto dall’Oriente per compiere una missione in seno al cattolicesimo.

Loyola è nato in Spagna verso il 1490, ossia 70 anni dopo la morte di Tsongkhapa (1419), il che è un periodo accettabile per la reincarnazione di un tulku-fantasma. Aggiungiamo che la Spagna è la porta d’ingresso degli spiriti venuti da altre civiltà che si incarnano per la prima volta in Europa. È sconcertante constatare quanto la riforma di Tsongkhapa, fondatore del lamaismo moderno, assomigli all’ordine ipercentralizzato di Ignazio di Loyola. L’uno fa appello al Buddha e l’altro a Gesù con un dogmatismo e un desiderio di dominio molto simili, mentre le loro pratiche rispettive non sono né buddiste né cristiane, ma affondano le radici nello yoga e nello sviluppo dei poteri psichici.



Lo si ripete, chi sta parlando non ha le competenze per verificare tutte queste affermazioni dell'"amico" lamainista, tuttavia le varie ricerche fatte in queste nostre ultime lectio (compresa questa) ci possono far affermare che a qualcuno interessa che il criceto continui a fare il criceto, perché se esso esce dalla ruota, la ruota smette di girare e quindi di mantenere in vita chi l'ha messa in moto.
Se vogliamo, è ciò che succede anche nelle varie società-imprese-azziende della realtà che ci circonda. Qualcuno/a, che ha un livello di potere superiore, ha tutto l'interesse che chi stia ad un livello più basso rimanga lì a far girare la ruota, il tutto per avere una ricompensa da chi gli sta sopra: stessa dinamica descritta fin qui.
Probabilmente vi starete domanda se chi sta parlando, che insegna la gnosi, non si sia bevuto il cervello per il fatto che finora è stata una confutazione unica della stessa. Avete ragione ad avere questo dubbio, anche alimentato dalle tante lectio sul tema, ecco perché concedetemi ancora di proseguire al fine di delucidare meglio il tutto.

Ovidio, nella citata sua opera le Mentamorfosi, inizia l'opera in questo modo:

"È mio proposito cantare il mutamento di corpi in altri nuovi: o dèi (ché siete voi gli autori di quei mutamenti) siate favorevoli alla mia impresa e accompagnate il mio poema universale dall’origine del mondo fino alla mia età."



Cioè si accorge di un mutamento che va oltre un semplice cambio del piano fisico, ma coinvolge un cambio spirituale che supera questo piano, perché parte direttamente dalle potenze che fanno parte della gestione della ruota; e cosa fa? Redige una storia dalle origini del tempo al suo, come se percepisse che imbrigliare le informazioni nello scritto è fondamentale.

Scripta manent, verba volant; solevano dire i latini.

Perché fare ciò? Perché imbarcarsi in un lavoro di messa per iscritto della storia del modo dalle origini al suo tempo? Possono sembrare domande decontestualizzate, rispetto alla lectio e alla domande che ci siamo posti qualche riga sopra. La questione è che al tempo di Ovidio, come oggi, qualcosa stava succedendo e il poeta aveva colto questo qualcosa, portandolo a sentire la necessità di raccontare la storia del mondo fino alla sua era.
Se prendiamo i cicli, così come spiegati nella lectio "Il Sesto Sole, i Cicli, la Speciazione, la Scelta e l'Auto Determinazione" e la lectio dell'amato Frater BRSHT "Saturno/Giove e l’era dell’Acquario", possiamo notare che il poeta di Roma stava vivendo un tempo ciclico uguale al nostro: la fine di una grande ciclo Giove-Saturno e l'inizio di un altro. Ancora di più, come in questo nostro periodo, anche al tempo dell'autore delle Metamorfosi si chiudeva il ciclo triangolare celeste Giove-Saturno e se ne apriva uno nuovo. Insomma, molte belle analogie che ci aiuteranno a capire e rispondere alle domande.
Cerchiamo di analizzare alcuni fatti al fine di farci illuminare e quindi fugare i dubbi.
Ovidio si era accorto che le cose in "cielo" stavano cambiando, la sua sensibilità di poeta gli permise di accedere a quel luogo in cui si sente l'energia che viaggia. Mentre lui si accorgeva di ciò, preoccupandosi di redigere, per le memorie future, la storia del mondo, nel mondo nasceva il Nazzareno, che tutto aveva, tranne che idee di vita futura. Anzi, per gli esegeti contemporanei più onesti, Gesù rientra a pieno diritto negli escatologici, cioè in chi predicò la fine dei tempi nel tempo in cui visse. Un altro è Giovanni il Battista.
Sempre in questo periodo, in Grecia nasce la Gnosi, che ha come scopo iniziale quella di indagare certe figure che frenano l'uomo, figure che la gnosi degli inizi chiama Arconti e che, per essa, devono essere superati al fine di liberarsi.
Sembra quasi che in occidente e in medio oriente, intorno al II scolo a.c. - II secolo d.c., quindi nell'intorno della fine-inizio della triangolazione celeste dei grandi cicli Giove-Saturno, una certa tipologia di coscienza sia arrivata ad un punto tale di informazione, che si stava domandando un qualcosa di importante: ma si può uscire da questa ruota? Se si, come? Queste menti, indagando, hanno sfiorato, forse addirittura compreso, come farlo, rendersi pure conto che facendolo si sarebbe verificata la fine dell'illusione, per cui diventava d'obbligo una predicazione che preparasse l'Uomo all'escatologia, alla fine dei tempi. Da qui l'insegnamento apocalittico di alcuni esponenti di spicco, tra cui il Nazzareno è sicuramente il più famoso.
Allora perché ci troviamo qui a parlarne?
La vera domanda che si dovrebbe porre è perché certi testi, tipo lo Sefer Yetzirah, che descrive come creare dei golem, quindi dei tulku, o certe idee di tipo emanazione - evoluzionista siano apparse nei circoli filosofici, teologici e dottrinali proprio in quel periodo.
Simone Mago, Basilide, e tutta una serie di filosofie, tipo quelle catare e derivate, lo stesso Vangelo di Giovanni, hanno i loro natali intorno al I - II secolo d.c., strano no?
Sia molto chiaro, qui non si sta dicendo che il Sefer Yetzirah, il Pistis Sophia e altre idee siano fasulle! Attenzione! O che i loro contenuti siano poco attendibili! Si sta dicendo che questi insegnamenti che spiegano, a chi li sa interiorizzare, come eludere le leggi universali o come usarle a proprio comando (l'abbiamo letto sopra per mezzo di Paschal Beverly Randolph) compaiono proprio quando la coscienza dell'Uomo sembrava aver compreso qualcosa che l'avrebbe davvero liberata.

Andreotti diceva che a pensare male si fa peccato, ma ci si azzecca!

Ecco, è alta la tentazione di supporre, dopo quanto abbiamo visto in merito al tempo, ai suoi guardiani e del sistema bloccato nelle citazioni dei nostri "amici" sopra, che quelle informazioni, riguardanti come legare la propria ombra (lo si ripete, si usa questo termine per rimanere in linea con i lemmi presenti nelle lectio ivi pubblicate) ad un golem (per usare il termine dello Yetzirah, ma si potrebbe dire anche Tulku, o involucro alla Crowley) facendo sì che l'individualità dell'ego basso non vada perduta, siano state offerete all'attenzione della mente del ricercatore appositamente. Una sorta di esca da parte di una coscienza/entità che aveva tutto l'interesse affinché tali percezioni risultassero appetibili all'animo dell'indagatore, facendogli così modificare l'oggetto dell'indagine, fuorviandolo verso informazioni si vere, ma lontane dall'originale scopo dell'indagine: la liberazione. Inoltre, facendo ciò, quindi seducendo le menti dei ricercatori a percorrere queste vie, a usarle, questa Energia/Entità vincola pure i soggetti che eseguono queste pratiche. In altre parole, oltre a sviare la mente dell'indagatore, questa Energia/Entità costringe pure chi la indaga a dover per forza seguire questa via, perché tali pratiche portano alla distruzione dell'Anima/Spirito, così come specifica l'"amico" tibetano, perdendo di fatto la possibilità di ripetere il ciclo e pertanto si diventa costretti a servirla ad ogni nuovo tulku/golem ottenuto, al fine di non far fermare la ruota.
Spero di spiegarmi
Vediamo di dirlo in altro modo!
Ciò che si sta cercando di dire è che, giunti ad un punto per cui forse l'Uomo era pronto con la propria coscienza a uscire dalla ruota, ecco che il gestore della ruota ha seminato idee che riguardano si leggi della ruota, ma che se usate imbrigliano chi le usa a dover far si che la ruota non smetta mai di girare, perché gli fa perdere (direi distruggere) l'Anima/Spirito, per cui - in caso di nuovo ciclo - non si troverebbe più neanche nell'"indifferenziato". In questo modo, il gestore della ruota si è garantito di avere persone (tulku, golem) che faranno di tutto affinché la ruota continui a girare, pur di poter proseguire la loro avventura nel tempo (consapevoli ormai che se il tempo si ferma, spariscono anche loro), arrivando a convincere altre persone per ottenere sempre più "ombre" che, per non sparire, faranno quanto richiesto supinamente.
Facciamocelo dire meglio dall'"amico" delle tredici linee di sangue:

ATS: Perché avete bisogno di effettuare un raccolto negativo?

HH: È complicato da spiegare, e devo stare attento a ciò che dico in proposito. Ho già ricevuto una ‘bacchettata’, si potrebbe dire. Se non otterremo un raccolto negativo saremo legati a voi per un altro ciclo. Una volta che questo grande raccolto sarà effettuato – invece – la nostra missione per il Consiglio e lo Infinito Creatore giungerebbe a completamento. In altre parole, avremmo fatto il nostro dovere e saremmo liberi di tornare alla nostra espressione più completa, quella Guardiani Galattici di sesta (quasi settima) densità, al servizio dello Infinito Creatore e dei nostri fratelli e sorelle galattici. Tuttavia, c’è un problema. Beh, si può definire ‘problema’, ma noi preferiamo riferirci ad esso come ad una sfida. Scenderò nei dettagli in seguito, in risposta ad una prossima domanda. Ma – in parole povere – abbiamo bisogno di una percentuale molto alta di polarità negativa se vogliamo raggiungere un raccolto negativo. In altre parole, dobbiamo essere estremamente polarizzati verso il servizio al sé, affinché ciò possa tramutarsi in un raccolto negativo. È per questo che lavoriamo così duramente nel perseguimento di una polarizzazione estremamente negativa.
Il raccolto negativo consentirà comunque una ascensione in quarta densità, ma di polarità negativa. Non sarà un bel luogo dove esistere. Ma, come ho detto in precedenza, noi (come complesso di anime) dobbiamo assecondare il naturale processo karmico di restituzione per tutta la negatività che abbiamo causato su questo pianeta. Se condurremo questo pianeta in quarta densità saremo liberi di tornare ad essere il glorioso Essere di Luce che siamo realmente. Abbiamo bisogno di un raccolto negativo affinché la Terra giunga alla quarta densità e si appiani il nostro karma.



Lo fanno per noi, no? Oppure per avere un tornaconto loro? Leggete, leggete! Con queste entità bisogna sempre far vagliare tutto dalla logica!
Mi auguro di aver espresso in modo più diretto il messaggio.
E la tecnica non la cambiano! Oggi non si chiama gnosi, ma scienza (non quella sana!). L'Adam arrivato anche in questo periodo storico (fine di un triangolazione Giove-Saturno, con chiusura del 5° Sole) a comprendere dell'esistenza della gabbia, chiamandoli alieni, larve, parassiti, ecc, ecco che gli viene proposto di spostare la sua attenzione dello gnosticismo filosofico a quello scientifico per mezzo della scienza nucleare, che promette energia infinita dalla distruzione della materia, della fisica quantistica, che mostra connessione con tutto e tutti, fino alla genetica che promette l'Uomo nuovo potenziato dai chip per un'espansione della coscienza.

Certo non ci sono complete prove a sostegno del fatto che questa energia primordiale possa aver adescato con l'inganno l'Uomo, ogni qualvolta che questo abbia sfiorato la Via reggia, lo si deve dire, anche perché la logica, che qui abbiamo chiamato in causa, è questo che deve fare: confutare affermazioni che non abbiano riscontro con il reale. Tuttavia queste coincidenze, queste metodologie simili che si ripetono a specifici fine di cicli, devono comunque essere vagliate e analizzate!

Tornando allo gnosticismo originario, rimane il fatto che dal I secolo d.c., in poi, in tutto il bacino del Mediterraneo, nord Africa, e medio oriente, si propaga questa ideologia che vede nella scintilla divina individuale, nell'evoluzione della coscienza, nella deificazione dell'Essere Umano, per mezzo della gnosi, il suo fulcro dottrinale. Gli Arconti, tra cui Abraxas è considerato il più tiranno e arduo da superare (nei videogiochi attuali lo si identificherebbe con il Boss finale dei cattivi), diventano dei da conoscere e che offrono ognuno doni che aprono la mente, fino al sommo bene, cioè conoscere Abraxas stesso, il sommo dio, così come arriva a definirlo Karl Gustav Jung.
Coincidenze?
Un certo Tyconio, teologo cristiano di origine africana del IV secolo d.c., sosteneva (ribadiamolo siamo nel 300 d.c.) che il diavolo si fosse impadronito della chiesa cristiana.
A prescindere da terminologie specifiche di una religione, la cosa decisamente curiosa è che la gnosi si sviluppa nell'area del mediterraneo intorno al I secolo d.c. e Tyconio fa quella strana denuncia già al IV secolo d.c., probabilmente notando che qualche vescovo aveva abbracciato quel tipo di filosofia che oppia la mente, bloccando la validazione delle idee dal formalismo logico?

Amati fratelli e amate sorelle, la lectio è lunga e andrebbe oltremodo sviluppata per avere maggiori informazioni per comprendere ciò che la gnosi ha provocato e può provocare. Il punto è quella domanda che probabilmente vi sta frullando in testa da diverso tempo: chi vi parla è contro la gnosi pur insegnandola in questa Via?
Il sottoscritto spera che sia chiaro una sottigliezza, non è l'indagine della conoscenza il problema, il problema è l'uso della gnosi senza la validazione della logica! Questo è il grande tema!
Come ci insegna sia la scritta all'ingresso del Tempio di Delfi, sia le parole dell'"amico" delle tredici linee di sangue, il punto è fare indagine su noi stessi, comprenderci e comprendere la relazione tra noi e il mondo-tempo che ci circonda! Questo porta a dover analizzare i fatti, non le ipotesi iperuraniche! A sforzarsi di osservare acriticamente quanto viene proposto, studiarlo, cercare, provarlo se può aiutare ad una migliore conoscenza e valutare con estremo distacco il risultato. Non è perché una cosa sembra funzionare subito, o non sembra funzionare subito, la si deve abbracciare con entusiasmo o abbandonare con disprezzo. Ma va portato avanti un discorso metodologico, che porti dei risultati che siano usabili sia dalla mente, che dallo Spirito.
Certo, lo so che la domanda è sempre, ma allora in chi confidare? In quale tradizione credere? Rivolgersi al Sole? Alla Luna? Alla Grande Madre, A Kether? ecc.
Amati fratelli e amate sorelle, rivolgersi a un'entità/enerigia che fa parte delle emanazioni è rivolgersi, anche se di altissimo e/o bassissimo livello, a un'entità/energia che deve sopravvive. Lo dice bene il Salmo 82:

El presiede l’assemblea divina, giudica in mezzo agli Elohim: «Fino a quando emetterete sentenze ingiuste e sosterrete la parte dei malvagi? Difendete il debole e l’orfano, al povero e al misero fate giustizia! Salvate il debole e l’indigente, liberatelo dalla mano dei malvagi!». Non capiscono, non vogliono intendere, camminano nelle tenebre; vacillano tutte le fondamenta della terra. Io ho detto: «Voi siete Elohim, siete tutti figli di Elyon, ma certo morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti».



Si ripete cosa dice Elyon, colui che viene tradotto nella Bibbia con l'Altissimo: certo morirete come ogni uomo! Quindi anche queste entità devono sopravvivere e, lo si ripete, il nostro "amico" lamainista tibetano ci ha veramente illuminato la via, facendoci comprendere che chi è nella ruota del tempo è schiavo della stessa ruota, fosse anche chi le deve dare il via.
Lo so bene che qui adoriamo la Regina Immortalis Lilith e l'energia della Grande Madre. Il punto è che un conto è cooperare con tali entità, perché in questo piano l'Adam nella cooperazione può acquisire coscienza, quei talenti che alla pesatura permetteranno il passaggio. Un altro conto è diventarne schiavi delle allettanti promesse che inevitabilmente fanno queste entità per continuare il loro ciclo. Qui sta la scelta tra vagliare con la logica o accettare acriticamente!
Quindi, se l'obbiettivo che avete è la libertà, è davvero importante vagliare; consapevolizzarsi, per mezzo di indagini dei fatti, dei documenti, di studi, delle proprie emozioni, in relazione a quanto appreso, al proprio presente e al passato, per portare il tutto al vaglio della ragione e poi dell'Anima/Spirito. Usare sia l'induzione, che la deduzione e fare sintesi per mezzo del nostro Augoeides o Scintilla divina.
Ciò conduce ad avere quella visione che il Nazzareno sintetizza con la famosa frase: "li riconoscerete dai frutti!"
Non è facile, perché la vera tentazione, se mi passate il termine, è l'apatia e/o la facilità! Se ne ha prova osservando la reazione di oltre 1 miliardo di persone davanti a un evento quale le dimissioni di Papa Benedetto XVI. Pochissimi si sono messi a comprendere perché ci sia nella chiesa una differenza tra munus e ministerium di un Papa (noi grazie a René Guénon e al Re del Mondo sappiamo della differenza) e ancora meno, anche se l'hanno indagata, si sono messi a cercare tra il codice canonico per capire a cosa aveva rinunciato Benedetto (oltre a ignorare tutte le informazioni che lo stesso "Papa Emerito" aveva lasciato ai fedeli di quella religione). Hanno semplicemente accettato tutte le dichiarazioni/confutazioni (perché qualche intellighenzia la domanda l'ha posta) che il vaticano, i vaticanisti e la stampa allineata a Papa Francesco, hanno dato. Se i fedeli della religione più numerosa del pianeta neanche si sono accorti di ciò che è capitato a quel percorso che loro reputano indispensabile per la loro salvezza (quindi la cosa più importante), continuando ad osannare l'uomo vestito di bianco che si affaccia alla finestra di San Pietro, a prescindere se questo ha, oppure no, il diritto di essere lì, dimostra che senza gli interrogativi della logica, l'analisi dell'intelletto, il magazzino della memoria e il silenzio della meditazione, l'Adam può solo essere mietuto per dare corso al prossimo ciclo a favore dei guardiani del tempo! La gnosi oppiacea, cioè quella gnosi che esalta solo l'ego basso per mezzo di promesse di grandezza divina e scintilla inestinguibile, come risposta all'escatologia umana equivale ad una vita senza consapevolezza e, come disse Socrate: "una vita inconsapevole non è degna di essere vissuta"! Eccovi, per concludere, le parole di Buddha, analizzatele con la vostra ragione e il vostro cuore: troverete sintetizzato sia quanto detto da Frate Guglielmo, all'inizio di questa nostra lunga lectio, sia quanto trattato finora da chi vi ha intrattenuto con queste dissertazioni:

Non credete a ciò che avete udito; non credete alle tradizioni solo perché sono state tramandate per generazioni; non credete in qualcosa solo perché ne è corsa voce o molti ne hanno parlato; non credete semplicemente perché vi viene citata un’affermazione scritta di un qualche antico saggio; non credete nelle congetture; non credete in ciò che considerate vero perché vi ci siete attaccati per abitudine. Non credete semplicemente all’autorità dei vostri maestri e degli anziani. Dopo osservazione ed analisi, quando la verità che avete trovato si accorda con la ragione e contribuisce al bene ed al miglioramento di ognuno, allora accettatela, praticatela e vivete secondo essa.



Ciò che abbiamo detto fino qui, conferma quella frase che abbiamo riportato anche nel nostro canale Telegram: "la coscienza è la posta in gioco dell’Universo! Lasciarla in balia di idee allettanti, ma dirottanti dal suo ancestrale obiettivo, equivale a non far parte della speciazione! Infondo, la speciazione del DNA è il frutto dalla scelta che ognuno di noi è chiamato a fare!

Fraternità e LVX a tutti e a tutte voi.
Frater SRH